Mettiamoci per un momento nei panni di un giovane ventenne che ha appena terminato le scuole superiori, in un paese come la Siria, il Libano oppure la Palestina. In un contesto repressivo e angusto, in acuta crisi economica, senza alcuna libertà di movimento, tuttavia con uno sguardo che arriva lontano con il binocolo di internet e dei social, questo giovane avrà sicuramente aspirazioni e progetti che possono, se messi in atto, trasformare ciò che vive attorno a lui.
Come sappiamo le regioni mediorientali e del nord africa sono state colpite da guerre civili e attacchi terroristici. In molti paesi si sono verificati cambi di regime spesso dopo un grande spargimento di sangue. In altri, non c’è stato alcun cambiamento, ma una terribile carneficina.
In Siria, le proteste inizialmente le proteste pacifiche contro il governo si sono trasformate in uno dei più brutti conflitti della regione nella storia araba moderna.
L’occupazione israeliana della Palestina è una delle occupazioni territoriali più lunghe della storia moderna. È anche una delle più prolungate negazioni dell’autodeterminazione a un popolo che ha formulato la propria nazione contro ogni previsione.
In libano un potere corrotto e prepotente ha decimato l’economia del paese facendolo precipitare in baratro.
La libertà di vivere in modo dignitoso è palesemente assente e i cittadini di questi paesi vivono una profonda insicurezza, perdita di opportunità, disperazione e frustrazione politica.
Tuttavia una rapida crescita demografica ha portato in giovani a farsi notare nella vita pubblica: hanno alzato la voce contro i responsabili della loro esclusione economica, sociale e politica. Nella stagione delle rivolte ma anche dopo, i giovani emergono come forza catalizzatrice di cambiamento nelle società anche perché rifiutano le scarse possibilità di scelta offerte loro dalle sterili arene politiche, economiche e sociali.
Questi giovani hanno sulle loro spalle l’onere di “navigare” per la loro stessa sopravvivenza ma, con le loro azioni, potrebbero anche tracciare il futuro della loro generazione e di quella futura.
Una richiesta di empowerment per ricostruire le società arabe e puntare a un futuro migliore.
Vogliamo parlare di loro
Vogliamo capire come interconnettere i nostri futuri e quale cooperazione possibile
Tavola rotonda con
🔸️ Lorenzo Trombetta
Giornalista di Limes e Ansa, e autore del libro Negoziazione e Potere in Medioriente: alle radici dei conflitti in Siria e dintorni (2022)
🔸️ Roberto Renino in collegamento da Ginevra
Giornalista freelance e presidente dell’associazione Amel Italia.
🔸️ Souhayla Saab
Interprete e scrittrice siriana autrice del libro
Qerban Qatrat Almaa
قربان قطرة الماء
The sacrifice we do to have a drop of water (2019)
🔸️ Farah Shehadeh in collegamento da Shatila in Libano, giornalista e mediattivista palestinese.
🔸️ Marwa Al Husseini
Interprete e attivista palestinese-siriana.
Ad aprire e chiudere il dibattito due esperienze di cooperazione e attivismo
A rappresentare il collettivo Gaza Free Style, Francesca Nardi 🔸️
e per raccontarci l’esperienza innovativa del Falastin Festival alla sua terza edizione il prossimo 22 settembre, Maya Issa 🔸️
Ad inaugurare l’iniziativa un gruppo di giovani palestinesi-siriani che danzeranno la dabka, ritmo di resistenza e orgoglio. 🎵
Durante l’evento tre mostre fotografiche:
📷 “Al di là delle ali” racconto di un viaggio in Libano cura di Giovanna Cavallo
📷 Fotoracconto della carovana del GazaFreestyle Festival 2022/ Volti e scorci della Striscia di Gaza
📷 Mostra fotografica e racconti scritti by Zenobia, luglio e agosto 2022 // West Bank & Jerusalem.
Qualcosa per cui vale la pena vivere. Palestina: vita sotto l’occupazione.
Aperitivo a cura del progetto le Ca7 in action 🍻
20 settembre 2022, ore 18